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14) Chiesa di San Pietro
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17) Teatro degli Astrusi
18) Chiesa di San'Egidio
19) Chiesa di Santa Croce

 

San Giovanni d'Asso

Castello di San Giovanni d'Asso

Il Castello di San Giovanni d'Asso è un complesso architettonico formato da tre corpi di fabbrica originati dall'unione di altre costruzioni innalzate nel corso dei secoli e che racchiudono un cortile al loro interno. I materiali impiegati sono la pietra calcarea e, soprattutto, il mattone.
I periodi costruttivi risultano essere stati quattro: dalla metà del 1100 al 1230 circa, dalla metà del 1200 agli inizi del 1300, dai primi del 1300 alla metà del 1400 e dalla metà del 1400 al 1900.
La parte più antica del complesso è costituita dal blocco, di forma pressochè quadrata, posto a Nord-Est.
Questa costruzione ha inglobato la prima torre originaria, oggi del tutto scomparsa, che si trovava all'altezza del Pozzo di Piazza. Questo fabbricato, sulla facciata Ovest presenta delle monofore e delle bifore con arco affrescato.

La parte a Sud, costruita successivamente (con torretta esagonale, camminamento di ronda e merlatura) è raccordata a quella Nord da due corpi di fabbrica posti sul lato Ovest e che presentano, nella facciata occidentale, i finestroni archiacuti del grande salone e cinque bifore con colonette di travertino, mentre, a piano terra, vi sono delle monofore.
È questa una parte del castello edificata o ristrutturata al tempo dei Petroni (secoli XIV-XV).

Cortile del Castello

L'interno comprende un ampio vano seminterrato, voltato e con grossi archi, molto suggestivo; sulle pareti si rilevano tracce di pitture degli inizi del trecento riproducenti una decorazione a formelle quadrilobate policromate, drappi di vaio e superiormente un fregio con vaso di fiori e uccelli; lo stesso motivo di "medaglioni" quadrilobati si trova al piano superiore presso l'ex forno. Sulla volta del lungo corridoio che porta al detto vano si notano resti di pitture riproducenti racemi verdi e fiori rossi stilizzati (secolo XIV).
Nel bel salone soprastante si trovano un lavabo di pietra serena e un caminetto di travertino.
Sulle pareti sono dipinti tre stemmi di esponenti della famiglia Pannillini e delle relative consorti (fine secolo XVI - inizi secolo XVII); uno di questi potrebbe essere stato affrescato da un pittore della cerchia di Ventura Salimbeni; anche il fregio a grottesca che corre in alto, sotto il soffitto, è attribuibile alla fine del Cinquecento.
Nel salone Sud dell'ultimo piano si trovano ancora pitture geometriche dei secoli XIV-XV.
Il cortile è ornato, sul lato Ovest, da un portico con sovrastante terrazza (secolo XV e metà secolo XVI) e vi si accede attraverso l'ingresso principale del castello costituito da un bel portone (ancora con l'infisso originale) sormontato da un caratteristico arco senese.

Pieve di Santa Maria

Si trova a Pava.

Era una delle diciannove pievi contese nel Medioevo fra le diocesi di Siena e di Arezzo. Probabilmente vi fu trasferito il titolo di pieve dalla chiesa di San Pietro, sorta nei secoli IV-V presso il vicus romano di Pava.
La facciata cui si accede da una piccola scalinata addossata alla vecchia canonica è molto semplice, in bozze di travertino e laterizi; il portale archivoltato, privo di ornamentazione plastica, è arricchito da una frammentaria lunetta a fresco, forse del primo Trecento, raffigurante la "Madonna col Bambino e due santi".
Il paramento murario laterale è in bozze di travertino. Recuperata dopo decenni di abbandono, è oggi di proprietà privata.
Dal 2004 sono iniziati gli scavi archeologici delle vecchia pieve posizionata a poche decine di metri dalla chiesa attuale che hanno portato alla luce reperti interessanti tra cui un tesoretto di 26 monete ora esposte nei saloni del Castello Comunale di San Giovanni d’Asso.

Grancia di Montisi

Nell'anno 1295 Simone dei Cacciaconti, Signore di Montisi, per atto di ultima volontà lascia all'Ospedale di Santa Maria della Scala di Siena i suoi possedimenti in Montisi.
Nel secolo successivo l'Ospedale costruisce, al limite occidentale del borgo, un fortilizio con alta torre merlata, organizzato ad uso di "Grancia", ossia edificio adibito a custodia dei prodotti delle terre di proprietà.

Nel 1775 il Granduca di Toscana Pietro Leopoldo ordina la vendita dei beni dell'Ospedale, compresa la Grancia di Montisi, che viene acquistata nel 1778 da Jacopo Mannucci Benincasa, pervenendo così alla famiglia che tuttora la detiene.
Durante l'ultima guerra mondiale, nel giugno del 1944, la bella torre della Grancia viene minata alla base ed interamente distrutta.
All'interno della Grancia nell’800 era stato creato un piccolo teatro che recentemente è stato ristrutturato e riportato agli antichi splendori.
Oggi con soli 58 posti è uno dei teatri più piccoli d'Italia.

Chiesa della Madonna della Neve

Anticamente "Chiesa della Vergine della Torricella", si trova a Montisi.

La chiesa fu edificata sul suolo di proprietà dello Spedale di Santa Maria della Scala per volere della Comunità e fu consacrata dal vescovo di Pienza nel 1649.
Sorse intorno ad una immagine sacra molto venerata, una "Madonna col Bambino benedicente", affresco del Trecento, molto ridipinto, oggi sull'altare maggiore racchiuso entro un dipinto su tela del primo Seicento.
La facciata è in cotto con colonne e timpano triangolare con lo stemma dello Spedale senese e, sotto la cornice, quello della Comunità di Montisi.

Chiesa di San Pietro in Villore

Si trova nell'abitato di San Giovanni d'Asso.

L'impianto è a una sola navata con abside semicircolare e copertura con volte a crociera, sostenute da un arco trasversale impostato su semipilastri.
Frutto di un ripristino del XX secolo è il campanile a vela.
La cripta è divisa in quattro piccole navate di tre campate.
La facciata ha la parte superiore in cotto, coronata da un ricorso di mattoni disposti a dente di sega, sorretto da mensolette.
La parte inferiore è scandita da cinque arcatelle; nella centrale, più ampia, è contenuto il portale nella cui lunetta è inserito un frammento scultoreo altomedievale.
I piccoli capitelli delle semicolonne che sorreggono le arcate sono decorati con motivi antropomorfi e geometrici.
Anche l'abside mostra una ricchissima decorazione plastica. Di notevole pregio la piccola cripta sottostante

Lucignano d'Asso

Nonostante la vicinanza alle grandi mete turistiche del Centro Italia, Lucignano d'Asso ha saputo conservare non solo l'aspetto ma anche l'atmosfera di un'epoca passata, spesso rimpianta e forse anche idealizzata. Il paesino consta di due vie e due chiese, poche case, una vecchia bottega, la casa nobiliare con il giardino curato, l'antica fontana.

Tutt'attorno, l'oceano mosso delle Crete; e a definire il rapporto tra terra e cielo, l'imponente sagoma del Monte Amiata, vulcanica fonte delle acque termali che sgorgano in molte località delle vicinanze.

Abitato già in epoca romana, Lucignanum Longassum assunse la sua forma definitiva nel Medioevo, entrando a far parte del contado senese e per ciò costretto a pagare un tributo straordinario per far fronte agli ingenti debiti che Siena si era accollata per la guerra contro Firenze.
Nel 1318 il castello apparteneva ai Tolomei, ma un documento del 1485 rivela che già in quella data Lucignano era di proprietà degli "eredi di Agnolo di Niccolò di Piccolomo Piccolomini", una delle famiglie che segnarono con il loro nome numerose tappe della storia sociale e religiosa d'Italia.

Pieve dell'Assunzione di Maria

Anticamente "Pieve dell'Assunta", si trova a Montisi.

Fu ricostruita all'interno con lavori che hanno alterato il suo carattere primitivo.
Conserva preziose opere d'arte: il "Crocifisso" su tavola di un pittore senese della prima metà del Trecento d'influenza duccesca, purtroppo molto frammentario e la grande pala d'altare di Neroccio di Bartolomeo de' Landi (Siena 1447-1500) raffigurante la "Madonna col Bambino tra i Santi Paolo, Giacomo, Pietro e Lodovico", firmata e datata 1496.
La predella a tre scomparti con "Episodi della vita di San Sebastiano" e la "Crocifissione", finora ritenuti parte della pala rinascimentale di Neroccio, invece ad essa non pertinenti, sono oggi esposti nel Museo Diocesano di Pienza.

Pieve di San Giovanni Battista

È la chiesa principale di San Giovanni d'Asso.

Risale all'inizio del Trecento, quando la famiglia dei Petroni la dotò di preziose reliquie e di opere d'arte.
Nel 1639 i Pannilini, subentrati nel patrocinio della chiesa, eseguirono ampi lavori di ristrutturazione, rinnovati nel 1879.

Le reliquie donate dal cardinale Ricciardo Petroni furono sistemate sopra l'altare maggiore entro un armadio secentesco ad ante lignee dipinte, che si apre ogni anno il sabato che precede la domenica in albis. Viene tirato a sorte il nome di un santo, la cui reliquia verrà portata in processione il giorno successivo, e quindi riposta; alla chiusura delle ante il loro scricchiolio rappresenterà un buon auspicio per il raccolto annuale della campagna (festa cosiddetta "dello scricchio").

Il Bosco della Ragnaia

Il Bosco della Ragnaia è un bosco-giardino dall'atmosfera suggestiva.

Sotto i suoi grandi alberi, vi sono cammini, fontane, gongs, colonne di legno e d'acciaio, citazioni antiche e moderne, un oracolo, un momumento al momento presente al centro dell' universo…un posto bello e sconosciuto.
Questa è l'opera dell'artista americano Sheppard Craige, che vive vicino a San Giovanni d'Asso da oltre venti anni.