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Mercoledì, 22 February 2017 10:25

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Alcune vedute della Città di Montalcino,  foto di Andrea Rabissi

Published in Vivere Montalcino
Mercoledì, 22 February 2017 09:56

Storia

Montalcino

storia 1

Montalcino è una città medievale, si nomina per la prima volta il 29 dicembre 814 quando Lodovico il Pio, figlio di Carlo Magno concede tutto il territorio in feudo ad Apollinare, Abate di S. Antimo.

L’attuale centro abitato cominciò ad essere edificato nel 930 e qualche secolo dopo, dentro le mura era come lo è attualmente. (Nel montalcinese comunque sono state ritrovate testimonianze dell’età della pietra, del bronzo, della civiltà etrusca.

Una grande fortezza del VI secolo avanti Cristo è stata riportata alla luce in località Civitella, che interessa studiosi italiani e stranieri).
I nostri antenati non edificarono una accozzaglia irregolare di costruzioni ma un abitato originale, signorile, segno di una cultura urbanistica mirata. In questo “irto sito” realizzarono strade “piane e larghe”, piazze “piane e grandi”.

Costruirono nel 1100 oltre quattro chilometri di mura, tredici torrioni a guardia dell’abitato e sei porte.storia 2 Edificarono strutture monumentali, la cattedrale dedicata a S. Salvatore è dell’XI secolo poi ristrutturata in stile neo classico nel 1818. Il palazzo comunale è del XIII secolo (struttura che non scimmiotta nessun altro del genere), della chiesa di S. Agostino si ha notizia fin dal 1227, di quell’epoca sono anche una parte delle logge di piazza, le Fonti Castellane e poco lontano da Montalcino la celebre Abbazia di S. Antimo del secolo XII. La Fortezza, grande struttura militare è trecentesca.

L’impianto urbanistico, ci ricorda molto vagamente le linee di edificazione romana, la strada principale che dal Nord, (oggi Piazza Cavour) raggiunge Porta Cerbaia a Sud – Cardo – Un’altra importante via che parte da località Vignolo, Est raggiunge l’attuale Via Ricasoli ad Ovest – Decumano – di fatto l’abitato è a forma di croce.

 

San Giovanni d'Asso

San Giovanni d'Asso
Piccolo borgo antico che contorna l'imponente, austero castello.

Legato allo scorrere del fiume Asso (affluente dell'Ombrone), che lo attraversa in quasi tutta la sua estensione, il territorio di San Giovanni d'Asso è abitato da tempi immemorabili. Recenti ricognizioni archeologiche effettuate nella località di Pava per esempio hanno scoperto l'esistenza di una insediamento etrusco-romano proprio in prossimità di un guado sull'Asso. Per trovare però notizie documentate sul Comune bisogna risalire all’alto medio evo, quando si hanno notizie della splendida canonica di San Pietro in Villore già dal 714, autentico gioiello dell’arte romanica, le cui forme attuali sono riconducibili al XII secolo.
A caratterizzare maggiormente e dare l'identità medioevale a tutto il territorio sono i suoi due principali castelli. Di quello di San Giovanni si hanno notizie certe già dal XII secolo.
Recenti restauri hanno restituito splendidi affreschi. Sul retro della fortezza si apre la piazza di quello che era il nucleo originario di questo borgo delle Crete, con la bellissima chiesa di San Giovanni Battista. Qui, nell'ottava di Pasqua da trecento anni ha luogo la cosiddetta festa popolare dello Scricchio.

Il castello di Montisi si trova invece sulla sommità dell'antico Monte Ghisi, antica dimora dei conti Cacciaconti di cui rimane ancora una parte del cassero, un grande torrione a forma quadrata. Una cerchia di mura ancora parzialmente visibile circondava il castello ed una strada ellittica, l'attuale Via del Castello, fungeva da cammino di ronda.
L'ultimo feudatario di Montisi Simone Cacciaconti cedette nel 1295 terre e case del borgo allo Spedale di Santa Maria della Scala che in parte trasformò nella splendida Grancia che ancora oggi è possibile ammirare. Proprio per ricordare un episodio storico legato alla figura di Simone Cacciaconti ogni mese di agosto le quattro contrade di Montisi si affrontano nella tradizionale Giostra di Simone in cui i quattro cavalieri cercano di colpire al galoppo con una lancia un buratto con tanto di bersaglio e "flagello".

Altri interessanti castelli due-trecenteschi (rimaneggiati nei secoli successivi) sono quelli posti sui colli occidentali della Valle dell'Asso: il castelletto Accarigi e Castelverdelli.

San Giovanni d'Asso

Un diruto maniero, Montelifrè, con ai piedi un piccolo borgo, si trova nei dintorni di Montisi, mentre su un altro colle a sud-est si trova il caratteristico paesino di Lucignano d'Asso da cui si gode, specialmente al tramonto, una immensa e suggestiva visione delle Crete.
Affacciandosi proprio dal giardino che porta all'ingresso del Museo di San Giovanni d’Asso si profilano antiche edificazioni, si scorge un maniero posto sulla sommità della collina di fronte, leggermente spostato sulla sinistra, ovvero il Castelletto (o Castell'Accarigi) cinto come in un abbraccio da fitti cipressi ed alte mura, in posizione dominante rispetto alla campagna circostante, sorse nei secoli classici dell'incastellamento in Toscana (fra il X ed il XII secolo). Mentre un'altra storica dimora, poco distante, in linea retta, Villa Ferrano, esempio di quel linguaggio architettonico rurale che prese avvio nel Cinquecento - per durare alcuni secoli - con la grande diffusione delle ville nella campagna toscana e che originò, spesso, la trasposizione della stessa tendenza costruttiva nell'architettura delle case coloniche.

Da non perdere il piccolo borgo e il castello di Monterongriffoli che sorge sulla sommità di una collina, ad una altezza di circa 300 metri sul livello del mare, in posizione isolata, e raggiungibile solo attraverso una strada a sterro.
Il paesaggio circostante è quello tipico della campagna a Sud di Siena, caratterizzato dalla presenza di scoscesi pendii, alternati a boschi che crescono rigogliosi lungo i fossi e circondati da campi coltivati.
ll cassero di Monteron Grifoli riposa sopra una specie di zoccolo coperto di tufo alquanto sollevato dalla cresta della sottostante collina calcarea.

Nel distretto di Monterongrifoli si sono scoperte, a partire dal 1518, urne etrusche, iscrizioni sepolcrali romane ed altri reperti antichi.
Testimonianze tendenti a dimostrare che questa contrada doveva essere ben popolata fin dall'antichità.
A conferma di ciò l'esistenza di tre antiche pievi in un ambito territorialmente ristretto. Inoltre il naturalista Baldassarri trovò un acquedotto sotterraneo nelle vicinanze di Monteron Grifoli con concrezioni calcaree di singolare struttura.

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Published in Vivere Montalcino
Mercoledì, 12 October 2016 16:08

Archeologia

archeologia muraI siti archeologici pre-etruschi, nell’ambito del nostro territorio comunale, di rilevanza nazionale sono due. Uno in prossimità del podere dei Vadossi a nord, riguarda l’età della pietra, i suoi numerosi reperti, comprendenti una amigdala, raschiatoi, punte rurali, bulini, ecc... sono circa duecento e coprono un vasto periodo storico di oltre diecimila anni. Per queste ragioni gli studiosi della materia hanno formulato l’ipotesi che il sito fosse una specie di officina litica.

archeologia bucoAltre due amigdale sono state trovate nei dintorni di Pievecchia ai piedi della collina verso nord. L’altro sito è ubicato nelle cave di Castelnuovo dell’Abate denominate “porsia” e più precisamente nella zona chiamata la “Buca di Sant’Antimo”. In quella specie di pozzo, che sprofonda nel terreno oltre dieci metri, il celebre archeologo Ferrante Rittatore condusse alcune campagne di scavo fino a quando un incidente interruppe le ricerche che erano state quanto mai proficue.

Esse riguardavano l’età del bronzo ed avevano accertato già due importanti eventi; uno riguardava la scarnificazione di due cadaveri a mezzo del fuoco, l’altro che quella popolazione aveva già rapporti commerciali con la cultura di Serra d’Alto in Puglia. Il fatto è accertato e documentato dal reperimento di un vaso appartenente a quelle culture, oggi esposto al museo archeologico di Firenze. Il periodo dell’età del bronzo nel quale sono stati stimati reperti di cui si parla risale intorno al terzo millennio a.c.

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Published in Vivere Montalcino
Martedì, 21 February 2017 16:07

Origini

origini rosoneMontalcino, colle incantato e ricco di storia, conserva ancora oggi la sua dignità, una delle componenti che ne alimentano il fascino.

I primi segni di un insediamento urbano in questo territorio, alcune suppellettili in pietra (armi ed arnesi usati dalle popolazioni preistoriche) databili al 31000-30000 a.C., sono state rintracciate nelle campagne circostanti.

Alcuni studiosi affermano che dalle testimonianze scritte di Tito Livio e Polibio risulterebbe che sul colle, sul quale sorge oggi Montalcino, sotto il consolato di Lucio Emilio e Caio Attilio, si rifugiarono alcuni soldati romani per sfuggire all’esercito dei Galli. E’ certo comunque che nei dintorni di Montalcino, numerosi ritrovamenti archeologici hanno consentito di tracciare una mappa degli insediamenti risalenti all’epoca etrusca e romana.

Non si hanno notizie sicure dell’ età in cui sorse il primo insediamento in Montalcino: di certo sappiamo che nel periodo alto-medievale i saccheggi e le invasioni perpetrate dai barbari nell’entroterra e dai saraceni nelle città marittime (Roselle 935), spinsero gli abitanti di questi centri a cercare una sistemazione più sicura nell’interno della regione.

La nascita di Montalcino si può quindi far risalire intorno al X secolo, anche se esiste un precedente documento (715), firmato dal re dei Longobardi Liutprando, nel quale si cita la contesa tra la Diocesi di Siena e quella di Arezzo per il possesso di alcune pievi esistenti nel territorio montalcinese.

Abbiamo inoltre testimonianza che nell’814 Ludovico il Pio concesse la giurisdizione su Montalcino all’Abbazia di Sant’Antimo.

Per la sua posizione strategica, Montalcino divenne nel 1110 una roccaforte della Repubblica di Siena che la fortificò con possenti mura in occasione della guerra contro Orvieto e Montepulciano. Fino alla prima metà del XIII secolo, Siena e Firenze si alternarono nella dominazione di questo centro; nel 1211 fu stipulato un accordo tra l’Abate di Sant’Antimo, i Senesi e gli abitanti di Montalcino, che prevedeva la cessione di una parte del territorio ilcinese a Siena. Nel 1252 Montalcino è di nuovo libera dalla dominazione senese ed alleata coi fiorentini che la difesero con successo dall’assedio posto dai senesi per impadronirsi della cittadina.

La situazione si delineò definitivamente con la battaglia di Montaperti (4 settembre 1260), vinta dalla coalizione ghibellina toscana capeggiata da Siena contro i guelfi fiorentini, in conseguenza della quale Montalcino entrò definitivamente nell’orbita d’influenza senese. Dovette passare un secolo tuttavia affinché i montalcinesi diventassero a tutti gli effetti cittadini della Repubblica di Siena (1361) e ottenessero agevolazioni di dazi e gabelle. Siena fece così del luogo un importante caposaldo difensivo, costruendo in soli due anni la rocca (1361-1363), simbolo della dominazione senese in Montalcino e rinforzando notevolmente le mura difensive.

Nel 1462 Montalcino fu elevata al grado di città ed eretta a diocesi insieme a Pienza da Papa Pio II Piccolomini.

Nel 1553 la cittadina subì l’ultimo grande assedio della sua storia da parte della milizie di Carlo V, alleate dei Medici e capeggiate da Don Garcia di Toledo. Nel 1555, quando Siena, protetta dai francesi, capitolò alle truppe medicee, famiglie di esuli senesi guidate da Pietro Strozzi, fondarono la Repubblica di Siena in Montalcino che ebbe vita fino al 1559; in quell’anno infatti con il Trattato di Cateau Cambrésis, venne stipulata la pace tra Francia e Spagna ed i relativi alleati; la Repubblica di Siena, di cui Montalcino faceva parte, fu annessa definitivamente al Granducato di Toscana, di cui da allora in poi la cittadina seguì le vicende fino all’annessione al Regno d’Italia, avvenuta con il plebiscito del 1860.

 

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